In un batter d’occhio quel pian terreno si popolò di un numero notevole di persone diversissime per estrazione sociale, attività lavorativa, credenze religiose.  Silvana era il polo, la luce che illuminava e attraeva. Non si andava là per “fare un’opera buona”, ma per divertirci e dividere con lei le nostre vite. Lì incontrai Maria Rita, amica genovese di Silvana che poi sarebbe diventata mia moglie, lì Ugo il fotografo incontrò Lucetta la professoressa sua futura sposa, e molti portarono le loro consorti…. Lì vennero da soli e senza fidanzate Giuan e Lello. Ma poi capimmo il motivo di quella strana anomalia: qualche tempo dopo entrarono in Seminario e divennero preti. .